Nuova soglia usura: un potenziale ostacolo alla concorrenza
Nuova soglia usura: un potenziale ostacolo alla concorrenza
Con il decreto legge n. 70/11, in vigore dal 14 maggio, ora convertito nella legge 12 luglio 2011, n. 106, è stato modificato il tasso-soglia per l'applicazione del reato di usura. Ora il tasso medio è aumentato di un quarto di punto, cui si aggiunge un margine di ulteriori quattro punti percentuali. La differenza tra il limite e il tasso medio non potrà comunque essere superiore a otto punti percentuali.
La modifica della regola per la determinazione della nuova soglia d’usura nasce dall'esigenza di erogare credito con margini sufficienti a coprire il rischio. Con la vecchia regola (tasso medio aumentato della metà), un mutuo con tasso medio del 5% aveva una soglia limite del 7,5%, mentre ora diviene del 10,25%. Fino a qualche tempo fa, con tassi molto bassi, il calcolo del limite aveva determinato una soglia di usura esigua, che impediva di fatto l’erogazione di credito alla clientela meno abbiente.
Il risultato della riforma è quello di alzare la soglia d'usura per le operazioni aventi tassi più bassi e di abbassare la soglia d'usura per le operazioni aventi i tassi più alti (al di sopra del 16%). Ad esempio, un credito revolving con tasso medio del 18%, aveva come vecchio limite il 27%, mentre oggi con la nuova regola diviene del 26%. Per come è formulato il provvedimento e soprattutto per l'indicazione per cui la differenza fra il limite e il tasso medio non può superare gli 8 punti percentuali, si conferma l'impressione che la disciplina dell'usura matematico-bancaria miri a calmierare il mercato, in contrasto con chi lo vuole almeno tendenzialmente in libera concorrenza.